Luigi Arbizzani
Si era appena diplomato disegnatore tecnico, quando decise di entrare nelle file della Resistenza emiliana. Arbizzani fu attivo nella 2° Brigata Garibaldi "Paolo" con funzioni di intendente del Battaglione "Tampellini" che operava nella zona di San Giorgio di Piano (Bologna).
Ferito gravemente ad un braccio durante uno scontro con i nazifascisti, nel tempo della convalescenza, cominciò a raccogliere documenti e materiali che, dopo la Liberazione, gli sarebbero serviti per dare un importante contributo allo studio della Resistenza e della vita democratica nella regione Emilia Romagna.
Nell'immediato dopoguerra Arbizzani ha svolto il ruolo di sindacalista, per dedicarsi poi quasi completamente alla ricerca storica, essendo anche tra i fondatori dell'Istituto "Gramsci" Emilia-Romagna. Dal 1964 al 1975 è stato consigliere provinciale, eletto nella lista del PCI, nel capoluogo emiliano. Un impegno particolare ha dedicato alla Scuola di Pace di Monte Sole, assumendo il ruolo di presidente del Comitato storico del Parco, attività che lo ha portato a legarsi strettamente alla comunità di Marzabotto, tanto che per ventinove anni ha fatto parte del Comitato regionale per le onoranze alle vittime della strage.
Arbizzani è stato attivo nell'Istituto regionale della Storia contemporanea e della Resistenza "Ferruccio Parri" ed ideatore e presidente dell'Archivio storico "Paolo Pedrelli" della CGIL di Bologna e dell'Emilia-Romagna. Già malato, in occasione dell'8 marzo del 2004, ha trovato la forza per scrivere, sulle lotte delle donne emiliane nel 1944, un articolo per l'edizione bolognese dell'Unità. Non è riuscito a partecipare, come gli era stato richiesto, alle celebrazioni del 25 aprile nel 60° anniversario della Liberazione.