Luigi Cappello
Partecipò alla guerra di Liberazione come partigiano combattente. Il giovane si distinse in audaci azioni, impegnato nella formazione "Della Costa" della Divisione Fiamme verdi "Sette Comuni", operante sull'altipiano di Asiago e sui monti del Vicentino. Preferì il suicidio alla cattura allorché, rifugiatosi nella sua casa di Enego (era il giorno di Pasqua), fu circondato dai nazifascisti. La motivazione della ricompensa alla sua memoria così lo ricorda: "Partigiano eletto. Eroe di fede purissima, infliggeva al nemico in numerose audaci azioni perdite rilevanti. Di scorta ad un trasporto munizioni, attaccato da una forte pattuglia nemica, reagiva violentemente col fuoco della propria arma, permettendo ai compagni di mettersi in salvo insieme al materiale. Ferito, sfuggiva all'avversario ricoverandosi nell'abitato di Enego dove lo sorprendeva un rastrellamento. Dopo strenua resistenza contro gli assedianti la sua casa, sprezzante di ogni intimidazione di resa, esaurite tutte le munizioni, piuttosto che cadere nelle mani del nemico, affrontava stoicamente il suicidio percuotendosi il petto con una bomba ad alto esplosivo". A Luigi Cappello sono state intitolate strade nel suo paese natale ed ad Agordo, dove gli è stato dedicato anche un asilo.