Luigi Fabbri
Aveva soltanto vent’anni quando, in Romagna, dirigeva già cooperative agricole di lavoro. Dopo aver partecipato alla Prima guerra mondiale, Fabbri fu designato alla direzione della CdL di Budrio (BO) e, avendo diretto le grandi lotte contadine del primo dopoguerra collezionò tutta una serie di denunce ed arresti.
Eletto nel 1921 deputato socialista, fu rieletto nel 1924 e, “aventiniano”, nel 1926 fu dichiarato decaduto. Segretario regionale socialista per l’Emilia, dopo l’approvazione delle Leggi eccezionali fasciste Fabbri fu arrestato e condannato a 5 anni di confino. Dopo aver subito arresti anche durante la permanenza a Ponza ed Ustica, fu rimesso in libertà nel 1931. Tentò di trovare un lavoro a Firenze, ma non riuscì a trovarlo. Il dirigente antifascista si stabilì allora a Milano, di dove dopo l’8 settembre 1943 si trasferì nel Comasco per prendere parte attiva alla Resistenza.
All’indomani della Liberazione, Luigi Fabbri fu nominato sindaco di Mirabello (CO), e quindi chiamato a far parte della Consulta nazionale. Segretario socialista della Confederterra nazionale, Fabbri fu candidato per il PSI al Senato nel Collegio di Terni. Eletto nel 1948, fu riconfermato nelle due successive Legislature.