Luigi Memo
Nel 1925 si era stabilito a Milano e qui aveva avuto modo di prendere contatto con esponenti dell'antifascismo. Nel 1943 provvide alla composizione e alla stampa del periodico clandestino La Riscossa. Scoperto dalla polizia, Memo fu arrestato e rinchiuso nel carcere di San Vittore. Ne uscì alla caduta del fascismo e subito riprese la sua attività, realizzando per la Casa editrice Bocca un'edizione del Capitale di Carlo Marx. Nel settembre 1944, nella tipografia di Luigi Memo irruppero i fascisti della famigerata banda Koch. L'artigiano fu arrestato con i due figli, Emilio ed Eugenio, e rinchiuso a "Villa Triste", ma i fascisti non trovarono prove a loro carico e li rilasciarono. Memo riprese così a collaborare con la Resistenza sino alla Liberazione, tanto che riuscì anche a comporre e stampare clandestinamente, per conto di "Giustizia e Libertà", il volume Socialismo liberale di Carlo Rosselli.