Luigi Meneghello
Mercoledì 20 giugno era a Palermo per ricevere, col siciliano Vincenzo Consolo, la laurea honoris causa dalla Facoltà di Lettere e Filosofia di quell'Università. Una settimana dopo, un infarto ha stroncato (nella sua casa di Thiene, dove aveva scelto di abitare dopo la scomparsa della moglie), uno dei grandi della letteratura italiana del Novecento. Meneghello aveva frequentato il Liceo classico "A. Pigafetta" di Vicenza, ma agli esami si era presentato da autodidatta, conseguendo la maturità a soli sedici anni. La guerra gli avrebbe impedito di accorciare ulteriormente i tempi: si sarebbe, infatti, laureato a Padova, quando smobilitò la formazione partigiana nella quale aveva combattuto durante la Resistenza. Meneghello, grazie all'influenza di Antonio Giuriolo, dopo l'8 settembre era entrato, infatti, in "Giustizia e Libertà", battendosi contro i nazifascisti nel Vicentino e nel Bellunese. Di quel periodo tratta il libro Piccoli maestri, pubblicato l'anno dopo l'uscita (sempre per Feltrinelli), della sua più famosa, autobiografica, opera d'esordio: Libera nos a malo. Piccoli maestri è, con quelle di Fenoglio e di Calvino, la più celebre narrazione resistenziale. Il suo autore – il cui valore cominciò ad essere riconosciuto negli anni '80 del secolo scorso (quando già, tra l'altro, aveva dato fama a quell'Università britannica di Reading, dove aveva preso ad insegnare nel 1947 e nella quale resse, sino alla pensione, la cattedra di letteratura italiana) – con questo volume, dà forse i maggiori elementi per comprendere, senza retorica, che cosa è stata veramente la Resistenza. Dal libro, nel 1998, il regista Daniele Luchetti ha tratto un film. Dell'altra ventina di libri scritti da Luigi Meneghello, ci si limita qui a ricordare i tre volumi di appunti e annotazioni intitolati Le carte, pubblicati dal 1999 al 2002 da Rizzoli.