Luigi Pistoni
Si era diplomato in ragioneria a Torino, presso i "Fratelli delle Scuole Cristiane" e si era poi messo a lavorare col padre, che gestiva a Ivrea un negozio di articoli casalinghi. Gino, come lo chiamavano in casa, divenne presto attivo nei gruppi giovanili dell'Azione Cattolica, sino a che, all'inizio del 1944, non arrivò la chiamata alle armi della repubblichina di Salò. Pistoni si presentò al Distretto di Ivrea, ma di lì si diede alla macchia dopo pochi giorni. Il 20 giugno 1944 entrò a far parte, col nome di battaglia di "Ginas", di una Brigata della 7ª Divisione Garibaldi. Ferito a una coscia da una scheggia di mortaio, durante un'azione partigiana per liberare la valle di Gressoney, il ragazzo morì dissanguato. Il suo corpo, ormai in stato di decomposizione, fu ritrovato giorni dopo. Prima di spirare "Ginas", con il dito intinto nel suo sangue, era riuscito a scrivere sul tascapane di tela un suo ultimo messaggio: "Offro la mia vita per Azione Cattolica e per Italia. Viva Cristo Re". Già nel 1944 Giovanni Getto aveva scritto il libro, rieditato nel 2005, Gino Pistoni - Ritratto di un caduto per la libertà. Gino Pistoni, nel dopoguerra, è stato proclamato "servo di Dio". A Gressoney Saint Jean, una "Casa alpina" porta il suo nome.