Marcellina Oriani
Aveva soltanto undici anni quando cominciò a lavorare. Nel 1928, occupata come operaia nella azienda tessile S.A.S.A. di Cusano, organizzò uno sciopero che le valse l'immediato licenziamento. Da quel momento, per Marcellina, ebbe inizio il pieno impegno politico, con l'adesione al Partito Comunista d'Italia illegale, l'attività di diffusione della stampa clandestina, la raccolta di fondi per il "Soccorso Rosso", che provvedeva ad aiutare le famiglie in difficoltà degli antifascisti perseguitati dal regime. Per sei anni la giovane operaia riuscì a svolgere la sua attività, poi - era il 1934 - la Oriani fu arrestata con altri sedici suoi compagni. Il 20 maggio 1935 il processo dinanzi al Tribunale speciale e la condanna a dieci anni per "costituzione di associazione comunista, appartenenza alla medesima e propaganda sovversiva". In carcere a Roma e a Perugia sino al 1938, quando esce per amnistia, Marcellina Oriani diventa, per altri tre anni, una "sorvegliata speciale", ma riesce a riprendere i contatti con il suo partito. Nel novembre del 1943, a Legnano, organizza uno sciopero delle operaie delle fabbriche tessili e nel gennaio 1944 quello delle maestranze della "Franco Tosi", che ha grande risonanza, ma che costa la deportazione in Germania di una sessantina di lavoratori legnanesi. Nel 1944, Marcellina è a Milano, dove dà un grande contributo alla riuscita degli scioperi del marzo. Ma deve allontanarsi dalla città e si sposta in Liguria. Qui, sotto la direzione di Remo Scappini, organizza a Genova e a Savona i "Gruppi di Difesa delle Donne", che affiancano le attività della Resistenza. Per farlo, la Oriani assume diverse identità e non si esime da rischiose operazioni di guerriglia, la cui importanza è riconosciuta, nel dopoguerra, dagli attestati del generale Alexander, comandante delle Forze alleate in Italia, dal diploma di "Medaglia Garibaldina", dal "Diploma d'onore al combattente per la libertà d'Italia" a firma di Sandro Pertini, che le fa pervenire, nel 1984, l'allora ministro della Difesa Giovanni Spadolini. Quando, dopo la Liberazione, Mariolina Oriani torna a Cusano Milanino, riesce finalmente a sposare Giuseppe Chiesa (anche lui si è fatto cinque anni di carcere durante il fascismo ed ha combattuto valorosamente durante la Resistenza), e riprende nel suo paese l'attività politica. È candidata alla Costituente; è eletta, unica donna, consigliera comunale a Cusano, ricoprendo anche, dal 1946 al 1951, il ruolo di assessore supplente; si impegna, per oltre cinquant'anni, nel Sindacato, nei movimenti per la pace, nell'Unione Donne Italiane, nell'ANPI, sempre con la serietà e la determinazione degli anni giovanili.