Marco Salvadori
Il suo completo nome ebraico era Gesuà Sive Moisè Salvadori, ma a Venezia dove dopo la Liberazione faceva l’artigiano e gestiva un negozio di idraulica e ferramenta lo conoscevano semplicemente come Marco. Era ancora una ragazzo quando la sua famiglia, per sfuggire alle persecuzioni aveva lasciato Venezia e si era trasferita in provincia di Treviso, a San Vito di Valdobbiadene, per trovare poi un più sicuro rifugio a Zenson di Piave, nella villa del conte Badini.
Quando il conte fu arrestato e ucciso dai fascisti repubblichini perché ospitava ebrei, il ragazzo entrò nella Resistenza, proprio nella Brigata partigiana che portava il nome del conte. Di questa sua drammatica esperienza Salvadori, che a Venezia era molto conosciuto perché col “mototopo” (la barca con cui effettuava le consegne e che aveva chiamato “shalom”), percorreva ogni giorno i canali, non ha mai cessato di rendere testimonianza nelle conferenze e parlando nelle scuole ai ragazzi.