Marina Dolfin
Figlia d'arte (sua madre era il celebre soprano Toti Dal Monte, il padre il tenore Vincenzo De Muro Lomanto), Marina aveva conosciuto da ragazzina la Resistenza. Nella villa di Barbisano di Pieve di Soligo aveva molte volte incontrato partigiani della Brigata "Mazzini" e della Brigata "Piave" che, braccati dai fascisti, erano ospitati e nascosti da sua madre. Di quei tempi e di quell'esperienza Marina Dolfin rendeva spesso testimonianza, partecipando ai dibattiti organizzati dall'ANPI di Treviso, specie quando si svolgevano a Quartier del Piave. Marina Dolfin, infatti, si era iscritta all'ANPI e l'aveva sempre sostenuta, già da quando la sua vena di attrice era stata scoperta da Cesco Baseggio, che nel 1949 l'aveva fatta debuttare nella Bona mare di Goldoni. L'anno successivo Strehler le affidò il ruolo di Bettina ne La putta onorata, sempre di Goldoni, che ebbe a Venezia, nel corso dell'XI Festival internazionale del Teatro, un successo clamoroso. Seguirono le cinque stagioni di successi, con un repertorio eterogeneo, al Piccolo Teatro di Milano e poi le affermazioni a Bolzano, allo Stabile del Friuli (dove interpretò testi di Arthur Miller e Pier Paolo Pasolini). La Dolfin si ritirò dalle scene negli anni '80 del XX secolo, dopo aver confermato la sua bravura nei Rusteghi, sotto la direzione di Gregoretti. Attiva anche come doppiatrice e, qualche volta, come attrice cinematografica, Marina Dolfin (che Strehler volle alla "Scuola del Piccolo", come consulente e insegnante di teatro veneto), s'impegnò sempre più nell'ANPI, sino a che la morte non la colse nell'ospedale dove era stata ricoverata.