Mario Acquaviva
Di orientamento bordighiano, nel 1921 era passato dalla Gioventù socialista alla Federazione giovanile comunista, della quale fu uno dei dirigenti. Nel 1924 diventò segretario della Federazione del PCd’I di Asti; due anni dopo, arrestato con altri suoi compagni, fu processato dal Tribunale speciale, che lo condannò a 8 anni e 6 mesi di carcere. Contrario alla linea che il PCd’I aveva assunto al Congresso di Lione nei primi anni Trenta si dimise e nel 1942 Acquaviva fu tra i fondatori del Partito comunista internazionalista. Dopo aver partecipato attivamente alla Resistenza nell’Astigiano, ebbe molto seguito tra i lavoratori del Monferrato e dopo la Liberazione fu al centro di molte polemiche con la sinistra. Stava uscendo dal suo posto di lavoro quando fu abbattuto a rivoltellate da uno sconosciuto che, allontanandosi dal luogo dell’omicidio fu sentito gridare: “Era un fascista!”. Sulla tragica fine di Mario Acquaviva non si riuscì mai a fare chiarezza.