Mario Boeddu
Lavorava come montatore nei Cantieri Ansaldo di Genova Sestri. Dopo l'armistizio entrò subito nella Resistenza. Come partigiano combattente militò in Val Trebbia, nella Brigata "Jori" della Divisione Garibaldi "Pinan-Cichero".
La motivazione della Medaglia d'oro alla sua memoria recita: "Capace, instancabile organizzatore ed animatore di purissima fede, fu fra i primissimi ad iniziare la lotta contro i nemici della Patria. Braccato dalle polizie nazifasciste, raggiungeva le formazioni della montagna ove fece rifulgere le sue doti di grande combattente e valoroso capo. Sempre presente ove maggiore era il pericolo, nell'agosto 1944, lottando strenuamente per tre giorni per il mantenimento di una posizione chiave, contribuiva a ritardare l'avanzata dell'avversario e dava la possibilità ai propri comandi di ripiegare su posizioni prestabilite. Durante un'audace azione contro una colonna alpina in marcia, nel generoso tentativo di portare in salvo un compagno ferito, cadeva a sua volta mortalmente colpito e, in un supremo abbraccio col morente, offriva la sua vita alla Patria. Fulgido esempio di indomito valore e di sublime altruismo".