Mario Flaim
Si era laureato all'Università di Padova ed era stato subito mobilitato. Sorpreso dall'armistizio a Grenoble, dove si trovava come tenente degli Alpini, aveva tentato di organizzare con i suoi soldati la resistenza alle truppe germaniche. Vanificato il tentativo, fuggì per evitare la cattura. Valicate le Alpi, Mario Flaim raggiunse Sant'Angelo Lodigiano e qui, con un suo cugino, il tenente medico Antonio Soini di Ala (TN), si impegnò nell'organizzare la fuga dei prigionieri di guerra inglesi. Nel maggio 1944, Flaim raggiunse in Val Grande la Brigata Garibaldi "Gramsci", con la quale partecipò ad audaci colpi di mano contro i nazifascisti. Cadde in combattimento sul Pizzo Marona, sopra Intra, nel corso di un pesante rastrellamento effettuato da tedeschi e repubblichini; la sua resistenza a oltranza permise a molti suoi compagni di sganciarsi e di mettersi in salvo. Morì accanto ad un altro partigiano triestino, Fulvio Ziliotto, che combatteva in una Brigata di "Giustizia e Libertà". Nell'aprile del 1945 fu intitola a Mario Flaim la Divisione garibaldina nata dalla fusione della Brigata "Valgrande Martire" con la "Cesare Battisti". Nel 1955 il piazzale nei pressi dell'imbarcadero nuovo di Intra è stato dedicato a Mario Flaim; una lapide ricorda il sacrificio suo e dei suoi compagni caduti per la libertà. Nel 40° anniversario della Liberazione, a Verbania è stato pubblicato Orme di pietra, un fascicolo che ricorda Flaim e la Resistenza nel Verbano.