Mario Malvisi
Membro dell’organizzazione comunista clandestina, durante il regime fascista era stato arrestato e confinato per tre anni in Basilicata, a Pisticci. Dopo l’armistizio Malvisi era subito entrato nella Resistenza parmense; passato nel Reggiano, aveva combattuto i nazifascisti come commissario dei sappisti della 76ma Brigata Garibaldi finché, il 19 febbraio 1945, era stato arrestato e incarcerato a Reggio Emilia.
Consegnato ai tedeschi che, a Villa Cucchi, lo sottoposero per giorni a sevizie che lo avrebbero reso permanentemente invalido, il muratore comunista, nonostante le torture, non fornì alcuna informazione ai suoi aguzzini. Processato da un tribunale nazista e condannato a morte, Malvisi fu riportato nel carcere di Reggio in attesa dell’esecuzione. Riuscito ad evadere durante un bombardamento alleato sulla città, il valoroso sappista dopo la Liberazione fu decorato di Medaglia d’argento.
Nel dopoguerra Malvisi ha presieduto a Parma l’Ente comunale di assistenza e ha diretto l’attività dell’Associazione nazionale perseguitati politici italiani anifascisti.
In sua memoria a Parma gli hanno intitolato una via.