Mario Mastrangelo
Giovanissimo guardiamarina aveva partecipato, sul finire del conflitto, alla Prima guerra mondiale, combattendo sulle siluranti e in una compagnia da sbarco. Decorato di Medaglia di bronzo e di Croce di guerra durante la Seconda guerra mondiale, l'8 settembre 1943 era al comando dei reparti armati e dei mezzi della difesa del Comando Marina di Cefalonia, Corinto e Argostoli. Il comandante Mastrangelo fronteggiò subito un tentativo di sbarco tedesco a Cefalonia, distruggendo numerosi mezzi germanici. Per più giorni fu l'animatore della resistenza e – quando, sopraffatto dalle ingenti forze tedesche, cadde prigioniero – assunse su di sé ogni responsabilità, chiedendo di essere il solo ad essere passato per le armi: venne trucidato in mezzo agli uomini che avevano combattuto al suo fianco. La motivazione della massima ricompensa al valore alla memoria ricorda che «... all'atto dell'armistizio, eseguiva con decisione e senza esitazione alcuna gli ordini relativi allo sgombero del naviglio. Intuita, tra i primi, la possibilità e la utilità di una pronta azione contro i tedeschi, ne fu strenuo assertore presso il Comando dell'isola. In un ambiente quanto mai eccitato per la divisione degli animi, manteneva salda la disciplina tra i reparti di Marina a lui affidati e, presa l'iniziativa di reagire con le proprie batterie, quantunque in minorate condizioni fisiche, manteneva il comando, dando prova di attaccamento al dovere ed elevato spirito aggressivo durante lunghi ed accaniti combattimenti. Catturato veniva barbaramente trucidato dal nemico, che vedeva in lui uno dei promotori di quella disperata ed eroica resistenza... ». A Mario Mastrangelo sono state intitolate vie a Roma e a Genova.