Mario Roberto Berthoud
Nel 1920 aveva cominciato il suo impegno politico militando nel movimento giovanile socialista. L'anno dopo era entrato in quello comunista. Dopo la “marcia su Roma”, Berthoud fu tra gli antifascisti più attivi nella sua zona, sino a che, nel 1931, fu arrestato. Processato dal Tribunale speciale, il giovane fu condannato a tre anni di reclusione. Scontata la pena non rinunciò mai alle sue idee e quando, finalmente, cadde il fascismo e sopravvenne l'armistizio, Berthoud entrò subito nella Resistenza.
Nel 1944 fondò il Comitato di Liberazione Nazionale di Serravalle Scrivia e organizzò i collegamenti tra il CLN stesso e le formazioni partigiane della Val Borbera, mantenendo, in particolare, stretti contatti col comando della Divisione “Pinan-Cichero”.
Nominato commissario politico delle formazioni garibaldine della Val di Lemme, Berthoud, il 28 dicembre del 1944, cadde nelle mani dei fascisti delle Brigate Nere. Consegnato alle SS di Siegfred Engel e condotto a Genova, fu a lungo torturato nella “Casa dello studente” e poi gettato in una cella del carcere di Marassi. Privato dai suoi aguzzini di qualsiasi assistenza medica, morì in seguito alle sevizie subite. Il suo corpo fu seppellito in segreto nel cimitero di Staglieno e la famiglia potè recuperarlo soltanto nel dopoguerra, per inumarlo nel Mausoleo dei Caduti per la libertà di Serravalle Scrivia.
Nel Comune piemontese la via principale è stata intitolata a Mario Roberto Berthoud; una stele è stata eretta in suo onore nei giardini pubblici; porta il suo nome anche la Sezione locale dell'ANPI.