Matteo De Bona
Prigioniero degli inglesi nell'Africa del Nord, il giovane aviere, poco prima dell'armistizio, aveva accettato di far parte di una missione in Italia settentrionale organizzata dagli Alleati. Paracadutato con Alberto Sartori e con il sottotenente Alessandro Teagno, De Bona fu catturato dai carabinieri nei paraggi di Villafranca d'Asti. Trasferito con i sui compagni di missione a Verona, De Bona riuscì ad evadere proprio quando i tedeschi stavano per deportarlo in Germania. La sua latitanza durò poco: catturato una seconda volta, il giovane fu internato nel campo di Bolzano. Ma anche di lì riuscì a fuggire. Raggiunta Milano e poi Torino, De Bona si aggregò alla sesta Brigata SAP, operante nel capoluogo piemontese. Nel febbraio del 1945 il giovane cadde per la terza volta nelle mani della polizia. Deferito al Tribunale speciale e processato insieme al tenente Teagno, a sua volta caduto nelle mani delle Brigate nere, De Bona fu condannato a morte e fucilato, al Poligono del Martinetto, assieme a giovane ufficiale.