Michele Cisternino
Ufficiale d'anagrafe nel Comune dov'era nato, nel 1939 fu chiamato per la leva e mandato nell'Egeo. Restò sull'isola di Coo, come caporal maggiore di Fanteria, sino al 1942, ma quando fu annunciato l'armistizio il giovane militare si trovava in Jugoslavia, nel X Posto di Avvistamento Aerei. Catturato dai tedeschi, riuscì a fuggire mentre stava per essere avviato in un campo di concentramento in Germania. Raggiunti i partigiani del Battaglione "Mameli", Cisternino combatté con loro sino a che, il 19 ottobre 1943, scontrandosi con i tedeschi a Kozino, non fu ferito e, di nuovo, fatto prigioniero. Rinchiuso nelle carceri del Tribunale di Zara, quando il penitenziario fu bombardato il giovane militare ne approfittò per evadere e per raggiungere, era il 16 dicembre del '43, il Comando Patrioti di Borava. Un mese dopo, l'imbarco per Bari e il rientro in Italia, dove Cisternino, con i postumi di una ferita e due decorazioni, poté tornare alla sua Locorotondo.