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Michele Romito

Nato a Bari nel 1929, deceduto a Bari il 31 agosto 2009, portuale.

Era un ragazzino quando, il 9 settembre del 1943, partecipò alla battaglia per la difesa del porto di Bari, attaccato da reparti dell'esercito tedesco in ritirata. Il giovanissimo Michele, assieme ad altri cittadini, affrontò i nazisti sul lungomare di Bari e lanciò due bombe a mano dalla sommità dell'arco di San Nicola, a Bari vecchia, contro un camion corazzato tedesco, che s'incendiò bloccando l'accesso alla Divisione "Hermann Goering". Anche per questa azione Bari fu insignita, nel 2006, dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, della Medaglia d'oro al valore civile.
Per Romito, pensionato ed ex operaio portuale, il Comune di Bari aveva disposto di recente aiuti economici e l'intervento dei servizi sociali. Prima, solo negli anni Settanta il Municipio si era ricordato di lui, con una medaglia.
Quel 9 settembre di 66 anni addietro lo scontro, costato sei morti italiani (ricordati in una lapide), contrappose alcune centinaia di soldati tedeschi a militari e civili italiani. Questi ultimi, prima spontaneamente poi col coordinamento del generale Nicola Bellomo, riuscirono a fermarli. Questi sono i ricordi di Michele Romito, raccolti dal Corriere del Mezzogiorno nel settembre del 2003: "Eravamo in tanti ragazzini, allora, a lavorare nel porto. Arrivarono i tedeschi. Spararono, minacciarono tutti, fecero saltare alcune navi, uccisero quelli che avrebbero voluto impedirglielo. E noi non sapevamo cosa fare, eravamo rimasti intrappolati... Nel caos, riuscimmo infine a raggiungere le mura di Bari vecchia. C'era il generale Bellomo con altri soldati. Era leggermente ferito. Ci guardò e ci disse: 'Dovete difendere le vostre case, la vostra città'. Ci fece vedere alcune casse piene di bombe a mano".
Proseguiva Romito: "Io ne presi sei. Lungo le mura corsi verso il ponte di San Nicola... In quel momento stavano arrivando due camion blindati tedeschi, armati con una torretta da cui spuntava una mitragliatrice. Volevano entrare a Bari vecchia, dove c'erano le nostre case, le nostre famiglie. 'O noi o loro', pensavamo tutti". Poi: "Io tirai una prima bomba a mano dall'alto. Esplose proprio sulla torretta. Lanciai anche la seconda e fu un inferno... Quell'affare prese fuoco completamente. Così l'ingresso dei bastioni restò bloccato". È, questa di Michele Romito, una delle pagine meno note, ma non meno eroiche, della storia della guerra di Liberazione.

(m.b.)