Mirko Andreoli
Aveva appena vent'anni quando era entrato nelle prime formazioni partigiane di quella che è chiamata Bassa Parmense. Per il suo coraggio e le capacità organizzative, al ragazzo fu affidato il comando di un distaccamento della 47a Brigata Garibaldi. Andreoli cadde in un'imboscata dei fascisti nel Reggiano.
Nella motivazione della massima ricompensa al valor militare alla memoria, decretata, nel 1994, dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, si dice che il giovane comandante "tradotto a Ciano d'Enza, centro di martirio per molti partigiani, veniva riconosciuto dal nemico e sottoposto a indicibili torture. Pur martoriato, manteneva un fiero e sprezzante contegno verso i suoi aguzzini che, furenti del suo nobile silenzio, lo assassinavano e abbandonavano il corpo nel mezzo della via Emilia. Luminoso esempio di virtù militari e civili, è ricordato come un faro della resistenza parmense per le future generazioni".