Natale Colarich
Comunista, partecipò all'attività clandestina contro il fascismo mantenendo rischiosi collegamenti tra il Centro interno e quello all'estero del suo partito. Colarich dedicò anche molto del suo impegno allo sviluppo del movimento antifascista tra le popolazioni di lingua croata e slovena, fino a che fu arrestato. Nel 1933, al calzolaio triestino il Tribunale speciale inflisse una condanna a 12 anni di reclusione, che Colarich scontò prima nel carcere di Civitavecchia e poi a Ventotene. Liberato dopo la caduta di Mussolini, l'armistizio lo vide tra i principali organizzatori della Resistenza nella Venezia Giulia. Col nome di battaglia di "Bozo", fu anche a capo dei gappisti triestini sino a che, catturato in seguito a delazione, fu condotto alla Risiera di San Sabba. Dopo atroci torture, "Bozo" fu fucilato nel campo della morte, che i nazifascisti avevano ricavato all'interno del secondo ampio cortile dello stabilimento, dove era ubicato anche il fabbricato che ospitava il forno crematorio. Il suo delatore, certo Visentin, finì poi in Germania, dove fu giustiziato dagli antifascisti di un campo di concentramento.