Natale Kolaric
Aveva vent'anni quando era entrato a far parte, a Muggia, del movimento comunista clandestino. Il giovane calzolaio, per quasi due anni, si era dato ad organizzare la protesta dei contadini della Venezia Giulia; poi aveva dovuto riparare in Francia. Nell'agosto del 1930 Kolaric prende contatto a Parigi con il Centro estero del P.C.d'I. che, dopo breve tempo, lo fa rientrare clandestinamente in Italia, per organizzarvi la lotta antifascista. Nel luglio del 1932 il giovane calzolaio è arrestato dalla polizia del regime e, l'anno dopo, il Tribunale speciale lo condanna a dodici anni di reclusione. Il recluso, nell'aprile del 1937, viene scarcerato in anticipo, ma non riacquista la libertà. È confinato a Ponza per cinque anni, al termine dei quali è trattenuto nell'isola come "internato". Soltanto dopo la caduta del fascismo, il giovane può tornare a Trieste dove, subito dopo l'armistizio, s'impegna nella Resistenza organizzandovi i Gruppi di azione patriottica. Gli attacchi ai nazifascisti si sviluppano sino al maggio del 1944, sinché (in seguito a delazione), Kolaric è arrestato dai tedeschi. Verrà fucilato dagli occupanti quattro mesi dopo.