Nicola Stame
Dotato di riconosciute qualità canore si era trasferito da Foggia a Roma e al Teatro dell'Opera aveva dato saggio della sua bravura, a testimonianza della quale resta una registrazione dal "Trovatore" di Giuseppe Verdi. Stame fu presto preso di mira per il suo antifascismo e nel 1939 fu arrestato durante una prova della "Turandot". Quattro mesi di carcere e poi il servizio militare in Aeronautica, sino all'8 settembre 1943. Il tenore avrebbe potuto partire per gli Stati Uniti, dove era in programma una sua tournée, ma preferì restare a Roma (sulla casa che abitava in San Lorenzo lo ricorda una lapide), per battersi contro i nazifascisti con i suoi compagni di "Bandiera Rossa". Arrestato e portato in Via Tasso, Nicola Stame vi fu a lungo torturato. Condannato alla deportazione in un lager nazista, si trovava nel carcere di Regina Coeli quando i tedeschi lo scelsero per eliminarlo, con altri 334 patrioti, nella rappresaglia delle Fosse Ardeatine. Il corpo di Stame, orrendamente mutilato, fu recuperato con gli altri soltanto dopo la liberazione di Roma. Nel 1997 l'amministrazione comunale di Foggia ha intitolato al suo valoroso concittadino una via nel Rione Martucci. Rosetta, la figlia, orfana all'età di sei anni, è stata fino alla sua scomparsa Presidente dell'ANFIM (Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri).