Nino Siccardi
Si era diplomato nel 1922 all'Istituto nautico di Savona ed era poi passato a frequentare la Scuola navale superiore di Genova, ma al secondo anno di Ingegneria navale aveva dovuto riparare in Francia. Nino Siccardi, giovanissimo socialista, era passato infatti al Partito comunista subito dopo il Congresso di Livorno e la sua attività di antifascista gli era valsa non poche persecuzioni. Un diploma, con primo premio per il corso di Esperanto, rilasciato a Siccardi nel 1931 dalla Association Polytechnique Ville de Cannes, dimostra, tuttavia, quanto il giovane emigrato credesse nella possibilità di rapporti fraterni tra tutti i popoli.
Tornato in Italia nel 1936, Siccardi riprende l'impegno antifascista che, al momento dell'armistizio, lo vedrà tra i primi organizzatori dei GAP di Imperia. Quando si costituiscono le prime Brigate Garibaldi, è "Curtu" (questo il nome di battaglia che gli era stato dato, in una sorta di contrapposizione con la sua statura fisica e morale), che comanda la IX Brigata d'Assalto. Ed è sempre "Curtu" che, nel corso della lotta armata contro i nazifascisti, diventerà il comandante della Prima Zona partigiana Liguria.
Sarà lui a riorganizzare i superstiti compagni di lotta di Felice Cascione, sarà lui a trasportare sino a Upega Libero Briganti mortalmente ferito. Questore di Imperia alla Liberazione, Siccardi fu delegato del PCI alla Consulta nazionale, segretario provinciale dell'ANPI e membro del Comitato federale del suo partito, impegnandosi sino alla fine dei suoi giorni per lo sviluppo del movimento operaio e democratico ligure. Il suo corpo riposa nel Mausoleo dei partigiani nel cimitero di Porto Maurizio, dove gli è stata intitolata una strada. Su Siccardi e sulle sue imprese nella lotta partigiana, ha scritto un libro Francesco Biga, direttore scientifico dell'Istituto storico delle Resistenza e dell'Età contemporanea per la provincia di Imperia; il volume si intitola U Curtu.