Novella Pondrelli
Perseguitata dai fascisti, negli anni '20, insieme alla famiglia, fu costretta a fuggire da Molinella e a riparare in Francia. Dal 1931, Novella Pondrelli divenne un punto di riferimento, Oltralpe, per gli esuli e i compagni di partito condannati nel nostro Paese. Compì varie missioni clandestine per il Partito comunista in Italia ma, il 1° ottobre del 1939, la Pondrelli fu arrestata dalle guardie di frontiera al valico di Domodossola. Deferita al Tribunale speciale, le furono inflitti 4 anni di confino a Girifalco (Catanzaro). Non li scontò completamente, grazie alla caduta del regime. Dopo l'8 settembre 1943, entrò nella Resistenza, operando con i partigiani nella zona della pianura bolognese (a Granarolo, Minerbio, Baricella, Zola Predosa, Malalbergo). Dopo la Liberazione entrò a far parte del primo Consiglio comunale di Bologna, fu la prima responsabile delle donne del PCI bolognese e organizzò l'UDI (Unione Donne Italiane) provinciale. Negli anni successivi è stata dirigente del suo partito, consigliere della Provincia di Bologna (1951-1956) e ha rivestito ruoli di responsabilità nel sindacato.