Oddo Marinelli
Entrato giovanissimo nel movimento repubblicano delle Marche, nel 1905 fondò l'organo giovanile La Giovane Italia, che diresse per sette anni. Arrestato nel 1908 dalla polizia asburgica a Trieste per aver svolto propaganda repubblicana e interventista, nel 1911 fu tra i sostenitori degli insorti albanesi. Al fianco di Pietro Nenni (allora repubblicano), negli anni tra il 1912 e il 1913, Marinelli promosse ad Ancona la costituzione della Federazione dei portuali. Espatriato in Svizzera nel 1914, per non venire arrestato dopo la sua partecipazione alla "Settimana rossa", lo stesso anno fu eletto consigliere comunale e provinciale. Scoppiata la guerra si arruolò volontario come tenente di Artiglieria e nel 1919 eccolo a Trieste, redattore capo del quotidiano Era nuova. L'anno successivo era di nuovo ad Ancona a dirigervi il periodico locale Lucifero. Nell'agosto del 1922 tentò vanamente di impedire che i fascisti defenestrassero l'amministrazione repubblicana della città, di cui lui stesso faceva parte. Con l'avvento del fascismo, Oddo Marinelli mantiene il suo atteggiamento di contrarietà al regime e, da avvocato, difende antifascisti e, soprattutto, si distingue nella difesa di lavoratori licenziati da aziende dell'Anconetano, venendo accusato di sabotaggio del sindacato fascista. Nel gennaio del 1930, in occasione del matrimonio di Umberto di Savoia, finisce in carcere "a scopo precauzionale" con altri repubblicani e anarchici marchigiani. Nel 1942, ad Ancona, partecipa alla nascita del Partito d'Azione e nel 1943, per sfuggire ad una retata dell'OVRA, ripara a Roma. Dopo l'armistizio assume la direzione del Corriere adriatico e durante la Resistenza diventa presidente del CLN marchigiano. Con la liberazione della regione è nominato prefetto di Ancona. Marinelli è stato anche sindaco di Jesi. Membro della Consulta nazionale, per un breve periodo ha fatto pure parte, per il PRI, dell'Assemblea Costituente. Nell'immediato dopoguerra Pacciardi candida Marinelli a presidente nazionale dell'INAIL. Nel 1952 l'esponente repubblicano ricopre l'incarico di presidente dell'Opera Nazionale Combattenti e ne viene defenestrato nel 1965. Di Oddo Marinelli si può leggere, pubblicato nel 1960, La Resistenza marchigiana e la Consulta nazionale.