Onorato Malaguti
Figlio di poverissimi salariati agricoli, fece anche lui il bracciante. Non ancora quindicenne si impegnò nelle organizzazioni sindacali e della cooperazione e, nel 1921, fu eletto segretario della Camera del Lavoro di Galliera. Socialista, avendo sdegnosamente rifiutato di assumere gli incarichi sindacali che gli venivano proposti dai fascisti, fu perseguitato, insultato e più volte bastonato dagli squadristi, tanto che, nel 1923, decise di riparare in Belgio, dove trovò lavoro nelle miniere di Charleroy e dove lo raggiunse la famiglia. Quasi quattro anni trascorsi in miniera procurarono a Malaguti la silicosi. Riuscì a trovare lavoro come operaio in una fabbrica e continuò, contemporaneamente, nel suo impegno politico (aveva aderito nel 1924 al Partito comunista), come segretario della Federazione comunista di Charleroy. La sua attività democratica gli valse l'espulsione dal Belgio; così Onorato Malaguti, dopo un periodo a Mosca, si trasferì in Francia. A Parigi fece parte dell'apparato clandestino del Pcd'I e, passato a Marsiglia, fu attivo nella FIM (la Federazione dei marittimi). È il 1934 quando Malaguti rientra in Italia e, per incarico del Centro interno del suo partito, s'impegna nel lavoro di riorganizzazione delle strutture antifasciste, soprattutto in Puglia. Nel febbraio del '35 l'arresto a Cerignola, il processo dinnanzi al Tribunale speciale e la condanna a diciassette anni di carcere. Malaguti passa dal reclusorio di Fossano a quello di Civitavecchia e all'isola di Pianosa. Liberato con la caduta del fascismo, torna nel suo paese natale. Per vivere fa, per breve tempo, il ciabattino. L'annuncio dell'armistizio lo trova nel Ferrarese, dove è stato inviato dal partito e qui (col nome di copertura di "Rino"), è tra gli organizzatori delle prime formazioni partigiane. Braccato dai nazifascisti si trasferisce a Bologna, combatte nella 35ma Brigata SAP "Rizieri", entra nel Comando della Brigata Garibaldi "Bolero". Non sa ancora che uno dei suoi figli (Giorgio), è stato fucilato nel Ferrarese. Il 21 aprile 1945 è "Rino" che guida la manifestazione popolare che sfila per il centro di Bologna incrociando le truppe alleate sopravvenienti; è lui che, in piazza Maggiore, pronuncia il primo discorso pubblico sulla sconfitta dei nazifascisti. Dopo la Liberazione, Onorato Malaguti diventa segretario della Camera del Lavoro di Bologna, consigliere comunale e dirigente di numerose organizzazioni democratiche. Scomparso Malaguti, il suo nome è stato dato ad una rotonda stradale di Bologna. A lui è stata intitolata anche una delle più grandi cooperative agricole della pianura bolognese (quella di San Pietro in Casale), che dopo la fusione con la quella di Baricella (intitolata a Luciano Romagnoli), ha preso il nome di Cooperativa agricola-agriturismo "Il raccolto".