Oreste Castagna
Durante la seconda guerra mondiale era in servizio presso la 4a Sezione Sanità della Divisione Alpina "Taurinense". Al momento dell'armistizio entrò subito nella Brigata partigiana jugoslava "Druca Cresch", che operava in Dalmazia. Il 15 febbraio 1944 rimaneva gravemente ferito, durante uno scontro con i tedeschi a Regatica, in Bosnia. Per il suo valoroso comportamento Castagna ottenne la più alta ricompensa al valore italiana, con questa motivazione: "Soldato di sanità, già all'atto dell'armistizio, con vivo senso del dovere e fede altissima nei destini della Patria, si univa alle formazioni combattenti che sceglievano la via dell'onore e del sacrificio. Sempre primo fra i primi, si distingueva per ardimento in numerose azioni di guerra. Nel corso di un difficile combattimento contro un munito presidio nemico, si offriva volontario per partecipare ad una importante e rischiosissima azione tendente alla eliminazione di un centro di fuoco avversario che, infliggendo sensibili perdite alle nostre truppe, minacciava di paralizzare l'intero svolgimento dell'attacco. Superati i reticolati sotto l'imperversare di una violentissima reazione, concorreva ad assaltare con bombe a mano ed all'arma bianca la postazione nemica riuscendo ad eliminare i difensori e ad impadronirsi dell'arma. Contrattaccato da preponderanti forze che tentavano di riprendere la postazione, conscio dell'assoluta necessità di non cedere, resisteva strenuamente incitando i compagni alla lotta. Colpito gravemente da una bomba nemica, che gli lacerava una mano e lo colpiva in altre parti del corpo, non desisteva dalla lotta. Rifiutando ogni assistenza, agitando nell'aria la mano mutilata e sanguinante, si trascinava ancora avanti con i compagni che nel frattempo avevano raggiunta e superata la posizione e, nel nome d'Italia, li spronava all'assalto fino a quando cadeva a terra privo di sensi". Ricoverato in un ospedale partigiano, Castagna, appena si fu rimesso, riprese il suo posto di lotta nella 27a Divisione dell'esercito di liberazione jugoslavo. Rientrò in Italia nell'agosto del 1945.