Osvaldo Remotti
All'annuncio dell'armistizio si trovava, come aviere scelto, nell'Egeo. Riuscito a sottrarsi alla cattura da parte dei tedeschi, entrò nelle file della Resistenza greca. Catturato un anno dopo, fu fucilato dopo essere stato inutilmente torturato perché parlasse. La motivazione della ricompensa alla memoria di Remotti dice: "Dopo avere preso parte attivamente alle operazioni che precedettero la resa di Rodi, evitò la deportazione in prigionia dandosi alla macchia. Successivamente, messosi in contatto col Comando inglese, tramite elementi locali del fronte della resistenza, accettò di prendere servizio con i tedeschi alla stazione radio, allo scopo di attingere notizie e di trasmetterle al Comando inglese. Nonostante il rischio mortale sempre incombente, organizzò a tale scopo un nucleo di personale, reclutato fra amici fidati, che per molti mesi operò sotto la sua direzione arrecando un notevole contributo alle azioni belliche degli alleati nell'Egeo. Scoperto dal nemico, sopportava stoicamente interrogatori e sevizie e immolava la sua giovane vita dinanzi al plotone di esecuzione al grido di «Viva l'Italia»". Per ricordare il giovane aviere, ad Alessandria gli hanno intitolato una strada.