Ottavio Cirulli
Padre di cinque figli, era conosciuto a Cerignola come cattolico comunista. Per sfuggire al confino, emigrò per breve tempo in Unione Sovietica. Poi, quando tornò in Italia, si stabilì a Roma vivendo del suo mestiere di artigiano. Dopo la caduta di Mussolini, fu tra i primi ad aderire al gruppo antifascista "Bandiera Rossa" e quando la capitale fu occupata dai tedeschi, prese parte alla Resistenza in collegamento con Enzio Malatesta. Cirulli svolse attività di propaganda antifascista, ospitò agenti inglesi nel sottotetto del palazzo in cui abitava, nascose armi e munizioni. Il calzolaio fu tra gli antifascisti che, il 6 dicembre 1943, organizzarono la clamorosa diffusione, davanti ai cinematografi romani, di volantini inneggianti alla Resistenza. Fu arrestato, in seguito a delazione, nella casa di Malatesta, mentre stava mettendo a punto un piano di attacco al parco automezzi tedesco delle Capannelle. Era l'11 dicembre quando il calzolaio pugliese faceva il suo ingresso nel "braccio politico" del carcere di Regina Coeli; il 30 gennaio 1944, processato da un Tribunale militare di guerra tedesco, Ottavio Cirulli veniva condannato a morte. Con lui caddero, sugli spalti di Forte Bravetta, anche Enzio Malatesta, Carlo Merli ed altri otto antifascisti.