Padre Ettore Accorsi
Di famiglia di modeste condizioni economiche, nel 1928 prende l'abito domenicano con il nome di Giacinto Maria. Si laurea in teologia e filosofia e, il 25 luglio del 1934, è ordinato sacerdote. Padre Ettore, come sarà poi conosciuto nella Resistenza e nella deportazione, nel marzo del 1942, finisce come cappellano militare sul fronte orientale, in una sezione Sanità della divisione Taro. Nel novembre dello stesso anno è in Francia, dove si segnala per le sue attività assistenziali; all'armistizio, nonostante le sue condizioni di salute giustificassero il suo ritorno in Italia, resta in Francia e collabora con la Resistenza francese, organizzando lo smistamento di militari italiani verso le formazioni partigiane. Arrestato, è rinchiuso in un campo di concentramento francese sino a che i tedeschi lo deportano in Polonia, a Leopoli. Di qui Padre Ettore viene tradotto, nell'aprile del 1944, nel campo di Tschenstochau. Nell'infermeria assiste, non solo spiritualmente, i malati e quando contrae la tubercolosi si fa trasferire come infermiere nel reparto degli ammalati infetti. Rifiuta una compromissoria liberazione propostagli attraverso l'Ordine domenicano e, sempre più mal ridotto, viene trasferito da un lager all'altro: Norimberga, Gross-Hesepe (Ems), Fullen. Torna in Italia soltanto con l'ultimo gruppo di nostri deportati rimpatriati, nel settembre del 1945. Ha trascorso i suoi ultimi anni da invalido nel Convento patriarcale di San Domenico a Bologna.