Paolo Scarpone
Antifascista, nel 1926 aveva aderito al Partito comunista clandestino. L'anno dopo era stato arrestato con altri dodici comunisti torinesi e deferito al Tribunale speciale. Il 31 luglio del 1928 Scarpone fu assolto per insufficienza di prove e prese la via della Francia, dove si diede a lavorare per il partito.
Inviato in missione in Italia, il giovane operaio antifascista cadde di nuovo nelle mani della polizia e questa volta il Tribunale speciale gli inflisse - era il 1932 - dodici anni di reclusione. Scarpone scontò la condanna, prima nel carcere di Civitavecchia e poi a Ventotene.
La guerra di Liberazione lo vide svolgere un ruolo di rilievo nella Resistenza novarese. A Novara, dove era membro della segreteria della Federazione comunista, Scarpone finì di nuovo in carcere, questa volta in mano ai tedeschi. Si salvò perché, era il luglio del 1944, fu oggetto di uno "scambio" con ufficiali della Wehrmacht catturati dai partigiani.
Diventato commissario politico presso il Comando unico della zona dell'Ossola, Paolo Scarpone svolse nella Resistenza un ruolo tanto importante da ricevere, finita la guerra, la Medaglia d'argento al valor militare. Dopo la Liberazione fu dirigente comunista a Torino, per lavorare poi alla direzione della Scuola sindacale della CGIL. Si è spento in Liguria, dove ha trascorso da pensionato i suoi ultimi anni.