Pasquale Capone
Come ufficiale di complemento aveva partecipato alla Prima guerra mondiale. Passato in servizio permanente effettivo, durante il Secondo conflitto mondiale aveva combattuto in Africa settentrionale. Rimpatriato per malattia nel 1941, Capone era stato collocato in aspettativa ed era tornato nella sua casa di campagna a Castagneto. Una settimana dopo l'armistizio, vide che presso la sua abitazione soldati tedeschi stavano per fucilare un gruppo di patrioti. Senza esitare, «col solo aiuto del vecchio padre – dice la motivazione della ricompensa alla memoria – con armi proprie, apriva decisamente il fuoco contro il drappello stesso, impedendo così la immanente tragica esecuzione. Visto cadere al suo fianco il genitore, noncurante del rischio cui esponeva se stesso ed il proprio figlioletto decenne, ultimate le munizioni, offriva ancora al drappello tedesco, che era riuscito a penetrare nella casa, la più strenua difesa, finché veniva sopraffatto, strappato al figlio e, solidamente avvinto, trascinato in un bosco vicino, ove affrontava fieramente il supremo sacrificio».