Pedro Ferreira
Aveva frequentato l'Accademia di Modena e, dopo aver partecipato come sottotenente di fanteria alle operazioni militari in Dalmazia, era stato sorpreso dall'armistizio a Spalato. Ferreira non esitò a darsi alla macchia e a raggiungere le formazioni partigiane operanti nel Friuli orientale. Di lì riuscì a portarsi in Piemonte, dove fu tra gli organizzatori, in Val Grana, della banda "Italia Libera", dalla quale sarebbero poi sorte le Brigate della I Divisione Alpina "Giustizia e Libertà", operanti in Valle di Lanzo. Capace organizzatore, Ferreira si trasferì successivamente in Valle d'Aosta, dove diede vita alle Brigate "Mazzini" che, nell'estate del 1944, si sarebbero raggruppate nella VII Divisione Alpina "Giustizia e Libertà", della quale assunse il comando. Catturato dai nazifascisti, Pedro Ferreira riuscì, grazie ad uno scambio di prigionieri, a riacquistare la libertà e a riprendere il suo posto di lotta. Gli fu fatale la convinzione di poter ottenere una forte somma di denaro per finanziare la lotta partigiana. Portatosi a Milano, era l'ultimo giorno dell'anno 1944, per incontrare il "finanziatore", il giovane ufficiale cadde nelle mani dei fascisti. Tradotto a Torino, Pedro Ferreira fu processato e condannato a morte. Fucilato con altri nove patrioti al Poligono del Martinetto, Ferreira volle ordinare il "fuoco!" al suo plotone d'esecuzione.