Piero Merlini
La scelta di Piero avviene, come per tanti altri, dopo l'8 settembre 1943, quando poco più che ventenne rientra dalla Jugoslavia (era sottufficiale all'autocentro di Zara). La sua adesione al Partito comunista è anche il frutto di una lunga tradizione antifascista della famiglia, che risiede nella frazione Sgarbina di Montebello. La casa dei Merlini diventa presto un punto di riferimento sicuro per chi voleva sottrarsi ai bandi della RSI e un luogo di confronto sul "che fare". Vede Piero discutere appassionatamente con Carlo Barbieri (che diventerà il comandante "Ciro") e altri giovani, tra i quali Pietro Rinaldi, che cadrà ucciso dalla Brigata nera nel gennaio '45. I primi passi del nascente movimento partigiano vedono Piero Merlini entrare (col nome di copertura di "Moro"), nel gruppo composto da Domenico Mezzadra (il leggendario "Americano"), Carlo Lombardi ("Remo"), Emilio Rizzardi ("Otto"), Orfeo Fiaccadori ("Tarzan") e Carlo Allegro ("Tom") che nel maggio '44, nell'area del monte Chiappo, formerà la brigata "Capettini". Quell'incontro porterà "Moro" a diventare, con "Tom", l'ombra del comandante "Americano". I tre patrioti saranno protagonisti di numerose azioni, lungo la via Emilia e nei centri abitati, per procurare armi e rifornimenti; memorabile resta l'assalto del luglio '44, in pieno giorno, alla "Casa del fascio" di Broni. Seguono gli scontri in montagna, la vittoriosa battaglia dell'Aronchio (durante la quale "Americano" è ferito), le lunghe fasi della ricostruzione delle formazioni, dopo il primo rastrellamento estivo. Poi il freddo, la fame, la spietata caccia all'uomo da parte dei nazifascisti, nel drammatico periodo del rastrellamento invernale del '44, con "Moro" sempre al fianco di "Americano" e di "Tom". Come nel gennaio del '45, quando, finito in una imboscata "Moro" si salva all'ultimo minuto con il suo comandante, mentre Tom viene catturato (sarà scambiato in seguito con altri prigionieri). Ma la fase più buia è ormai alle spalle: la primavera vede la discesa delle formazioni partigiane dell'Oltrepo, prima a Voghera, poi Pavia e a Milano. "Una lunga colonna di mezzi di ogni tipo..." come avrebbe ricordato Paolo Murialdi nel suo libro La traversata. Per lunghi anni Piero Merlini è stato presidente della Sezione ANPI di Voghera. (a.c.)