Piero Zavattaro Ardizzi
Col grado di tenente, aveva combattuto, nel 1940, sul Fronte occidentale. Trasferito in Albania, aveva partecipato alla campagna di Grecia meritando una MAVM. Nel gennaio del 1942 il giovane ufficiale fu mandato in Jugoslavia con la Divisione alpina "Taurinense". Sorpreso dall'armistizio in Montenegro, scelse subito di combattere contro i tedeschi, aggregandosi (con gran parte dei suoi alpini del Battaglione "Intra"), ai partigiani jugoslavi.
In Bosnia, Zavattaro Ardizzi costituì il Battaglione partigiano "Taurinense" che, sino alla fine del marzo 1944, combatté nella II Brigata "Krajiska". Raccogliendo intorno a sé sempre più numerosi soldati italiani sbandati, finì per essere nominato comandante della IV Brigata della Divisione garibaldina del Montenegro, che partecipò a epiche battaglie e che guidò nella liberazione di Cetinje, Danilovgrad, Podgorica.
Nel marzo del 1945 rimpatriò, infine, con tutti i suoi garibaldini da Dubrovnik (Ragusa). Rimasto in servizio nell'Esercito, Zavattaro Ardizzi fu incaricato come addetto militare a Berna. Successivamente l'ufficiale fu comandante del 7° Reggimento Alpini, docente e comandante della Scuola di Guerra, comandante del Gruppo Truppe Carnia, comandante del IV Corpo d'armata alpino. Al momento della sua scomparsa, il generale Zavattaro Ardizzi era presidente del Consiglio superiore delle Forze armate.
A Verbania gli hanno intitolato un piazzale; in Alla ricerca del sole, pubblicato nel 1948, ha lasciato una testimonianza sulla guerra partigiana.