Pietro Ciuffo
Amico e compagno di Antonio Gramsci, durante la prima guerra mondiale lo aiutò ad avvicinare i lavoratori sardi immigrati a Torino. Socialista, dopo il congresso di Livorno aderì al PCdI. Redattore de L'Ordine Nuovo si rivelò abile caricaturista; firmava "Cip" i suoi disegni e divenne "Red" quando cominciò a realizzarli per l'Unità. Processato nell'aprile del 1923, per aver partecipato alla difesa armata del giornale contro gli assalti fascisti, Ciuffo fu assolto con tutti gli altri imputati. Ciò rese ancor più frequenti le aggressioni degli squadristi di Brandimarte, che mal sopportavano i suoi attacchi satirici. Nel 1925, Pietro Ciuffo riparò in Liguria per poi trasferirsi a Roma, per lavorare ancora con Gramsci. Tornato a Genova, dove per due anni fu sottoposto all'ammonizione di polizia, Ciuffo si trasferì poi a Milano. Qui, per breve tempo, fu impiegato presso la rappresentanza commerciale sovietica, che lasciò per tornare a Genova, dove campò (sempre sottoposto a persecuzioni poliziesche), dando lezioni private. Durante l'occupazione tedesca, Ciuffo fu attivo nelle file della Resistenza genovese e, dopo la Liberazione, collaborò con scritti e disegni all'edizione ligure de l'Unità. Sempre attivo nel suo partito, morì in seguito a un incidente stradale.