Pietro Della Giusta
Si era laureato a Padova nel 1938 e allo scoppiare del Secondo conflitto mondiale era stato mobilitato come ufficiale degli Alpini. All’annuncio dell’armistizio il dottor Della Giusta, che si trovava all’Ospedale militare di Udine, per sfuggire ai nazifascisti raggiunse una formazione partigiana in Val Resia, nella quale entrò per prestarvi la sua opera di medico.
Nell’aprile del 1944 a Coritis i partigiani ebbero un durissimo scontro col nemico che costò la vita ad otto patrioti e il ferimento del loro comandante, Arturo Siega. Della Giusta, dopo aver curato sommariamente sul posto il ferito, caricò Siega su un’auto e lo trasportò all’ospedale di Udine di dove Siega, guarito, tornò tra i partigiani, nascosto in una bara dove il medico l’aveva infilato.
Datosi alla macchia quando i tedeschi arrestarono e tennero in ostaggio i suoi famigliari, il dottore raggiunse i partigiani sloveno-friulani del “Rezianski Bataljion”, prestando la sua preziosa opera, oltre che ai combattenti, ai valligiani ammalati.
Dopo la Liberazione, nel clima di reazione sciovinista che si scatenò in Friuli contro chi si era battuto contro i nazifascisti nelle formazioni miste, fu condannato a 9 anni e, di conseguenza, radiato dall’Ordine dei medici.
Riparato in Venezuela, dove poté continuare ad esercitare la sua professione sino in tarda età, il dottor Della Giusta poté tornare a Udine soltanto molti anni dopo.