Pietro Grifone
Il suo primo arresto per attività antifascista avvenne già nel 1928, quando ancora era studente universitario (si sarebbe laureato in Legge nel 1931). Entrato nel 1930 a far parte dell'organizzazione comunista clandestina romana, subito dopo la laurea era riuscito ad entrare, per incarico del suo partito, nell'Ufficio studi delle associazioni confindustriali, riuscendo ad affinare l'esperienza già maturata nell'organizzazione delle lotte dei contadini del Lazio. Nel 1933 Grifone fu di nuovo arrestato e al carcere seguì l'avvio al confino, che trascorse tra Ponza e Ventotene sino alla caduta di Mussolini. Dopo l'armistizio Grifone è stato tra gli organizzatori della Resistenza a Roma, partigiano combattente col nome di "Pico", ispettore del comando delle Brigate Garibaldi dell'Italia centrale, membro del CLN della Capitale e poi del Comitato di Liberazione Nazionale centrale. Alla liberazione di Roma fu, dal 18 giugno 1944 al 10 dicembre capo di gabinetto di Togliatti durante il primo Governo Bonomi. Ha elaborato con Fausto Gullo le leggi agrarie e ha promosso i "comitati per la terra" dell'Associazione dei contadini per il Mezzogiorno. Parlamentare comunista dal 1948 al 1963 e membro del CC del PCI e della Commissione centrale di controllo del suo partito, ha lasciato molti saggi sui problemi agrari del nostro Paese. Subito dopo la Liberazione l'editore Einaudi aveva pubblicato il suo libro Il capitale finanziario in Italia, scritto negli anni del confino.