Pietro Maset
Aveva compiuto il servizio di leva nel Genio ma, quando fu richiamato nel 1935 per essere mandato in Africa orientale, fu assegnato al 58° Fanteria. Frequentato un corso allievi ufficiali, Maset divenne sottotenente degli Alpini e con questo grado e con una Croce al merito di guerra fu congedato nel 1937. Il tempo di diplomarsi alle Magistrali e di occuparsi come insegnante elementare e per Maset riprende la trafila militare. Spedito sul fronte greco, diventa tenente, merita una Medaglia di bronzo e viene passato in "servizio permanente effettivo". È il 1940 e il giovane ufficiale rimedia una ferita. Lo curano a Bari e Firenze. Poi lo rimandano in Grecia, di dove rientrerà nel marzo del 1942. Cinque mesi più tardi la promozione a capitano e la spedizione in Russia col Battaglione "Tolmezzo". Seconda Medaglia di bronzo, seguita da una d'argento, meritata sul Don il 17 gennaio 1943. Nel marzo il rientro in Italia, con i superstiti della "campagna di Russia". Arriva l'8 settembre. Il capitano Maset non ha esitazioni: raggiunge le formazioni partigiane sui monti della Carnia, dove è nominato, per la sua competenza militare, comandante della 5a Brigata "Osoppo-Friuli". "Maso", questo il suo nome di battaglia, si distingue in numerose azioni e nel dicembre del 1944 tiene testa con i suoi uomini a un furioso rastrellamento nazifascista in Val Cellina. Cade pochi mesi dopo, pochi giorni prima della Liberazione, contrastando un nuovo, violento attacco tedesco, meritando la massima ricompensa al valor militare con una motivazione che così suona: "Valoroso ufficiale dell'Esercito in s.p.e., animatore e trascinatore, fu tra i primi ad organizzare il movimento partigiano del Friuli. Creò, animò e comandò la V Brigata dell'Osoppo assurgendo a popolarità per le sue gesta eroiche e per la sua perizia di comandante. Dopo un poderoso rastrellamento effettuato dal nemico nel dicembre del 1944 in Val Cellina, non volle abbandonare la montagna allo scopo di ripristinarne con i suoi uomini il completo dominio e vi trascorse l'intero rigido inverno, assoggettandosi con eccezionale tenacia a privazioni e a sofferenze che hanno dell'inverosimile. Attaccato nuovamente da forze soverchianti si batté da eroe, infliggendo al nemico gravissime perdite finché, colpito mortalmente in fronte, cadde fulminato, tramandando la sua memoria alla leggenda". A Pietro Maset sono state intitolate le scuole elementari di Scomigo, una via di Conegliano e la locale Sezione dell'Associazione Nazionale Alpini. Su Maset, Livio Vanzetto ha pubblicato un libro dal titolo Maso l'alpino.