Pietro Succa
Chiamato alle armi all'inizio della seconda guerra mondiale, era stato subito destinato ai reparti combattenti. Nel 1943 era in Grecia, con le truppe di occupazione. L'8 settembre si unì ai partigiani greci, iniziando a combattere con loro le truppe naziste. Qualche tempo dopo, con pochi compagni, Succa, a bordo di una piccola imbarcazione, riesce a raggiungere l'Italia del Sud già liberata, e si impegna con l'Esercito di liberazione fino alla vittoria finale. Dopo la Liberazione, Succa partecipa al concorso per l'ammissione ai "Convitti scuola della Rinascita", entrando come allievo in quello di Torino. Per le sue doti è poi assunto come segretario generale del Convitto. Qualche tempo dopo entra nella redazione dell'edizione piemontese dell'Unità, prima come correttore di bozze, poi come cronista e redattore. Per le necessità economiche della famiglia (allora i giornalisti dell'Unità erano retribuiti con lo stesso salario degli operai) e con riconoscimento della sua professionalità, Pietro Succa è assunto alla Gazzetta del Popolo, ma rimane sempre iscritto al PCI. Il 4 dicembre 2007, nella Sala del commiato della Società della cremazione del Cimitero monumentale di Torino, amici e compagni hanno salutato Pietro Succa. Accanto al feretro le bandiere dell'ANPI e delle organizzazioni democratiche del suo quartiere. La figura dello scomparso è stata ricordata, con commosse parole, dal prof. Franco Berlanda (che lo ebbe allievo al Convitto), e da Diego Novelli ex sindaco di Torino e capocronista dell'Unità, quando Succa vi aveva lavorato.
(a.l.)