Pompilio Molinari
Sin da ragazzo Pompilio Molinari aveva militato nella Gioventù socialista e poi nel PSI, impegnato nelle battaglie politiche e sindacali degli anni precedenti la Prima guerra mondiale. Tra il 1915 e il 1918 fu attivissimo nelle iniziative contro la guerra e nel 1920 fu tra i dirigenti dell'occupazione delle fabbriche a Roma. Aderì al PCI sin dalla fondazione. Tra gli organizzatori degli "Arditi del popolo", combatté contro le squadre fasciste prima e durante la "marcia su Roma". Continuò ad opporsi al fascismo negli anni della dittatura e fu più volte mandato al confino. Nel 1942 Molinari, processato dal Tribunale speciale, fu condannato a 12 anni di reclusione. Tra carcere e confino scontò complessivamente 13 anni. Dopo l'8 settembre 1943 partecipò alla guerra di liberazione, nelle file della Resistenza romana, organizzando formazioni partigiane. Fu, a Roma, l'ideatore del chiodo a quattro punte, micidiale contro gli automezzi nemici. Organizzò, alla Breda e in altre officine della Capitale, la produzione clandestina di armi destinate ai partigiani. Per il suo contributo alla liberazione di Roma, come membro del Comando regionale delle Brigate Garibaldi, gli fu riconosciuto il grado di colonnello dell'Esercito. Dopo la Liberazione, Molinari diresse i metalmeccanici di Roma. Fu successivamente segretario della Camera del lavoro e infine direttore provinciale dell'INCA.