Quinto Bonazzola
Al momento dell'arresto di Mussolini, studiava filosofia all'Università di Milano. Allievo di Antonio Banfi, dopo il 25 luglio 1943 (anche per l'influenza su di lui esercitata dal professore), il giovane studente costituì a Varese, con altri compagni, un'organizzazione comunista clandestina. Con l'annuncio dell'armistizio e il passaggio alla resistenza armata, Bonazzola divenne responsabile delle attività militari nella zona. Pochi mesi dopo, ormai nel mirino della polizia, il giovane antifascista dovette lasciare la sua città e trasferirsi a Milano, dove gli fu affidata la responsabilità dell'attività tra gli studenti per il Fronte della Gioventù.
Bonazzola diventò quindi responsabile delle azioni militari del FdG a Milano e, nel luglio del 1944, gli fu affidato il comando della Brigata d'assalto "Fronte della Gioventù", operante nel capoluogo lombardo. Nel gennaio del 1945, l'incarico di rappresentare i giovani comunisti nel Comitato centrale del Fronte della Gioventù, attività che lo studente svolse sino all'insurrezione.
Dopo la Liberazione, Bonazzola è stato dirigente dell'organizzazione comunista milanese, dirigente sindacale e del Movimento dei Consigli di Gestione. È passato quindi, come giornalista, all'Unità di Milano, assolvendo i più diversi incarichi, tra cui quello di segretario di redazione e di responsabile della rubrica "Lettere all'Unità". Cessata la professione, Bonazzola, che risiede a Milano, continua nel suo impegno a tenere alti, soprattutto con frequenti conferenze nelle scuole, i valori della Resistenza.