Raffaele Trevisan
Aveva già combattuto in Spagna con la milizia fascista e poi, come ufficiale di complemento, aveva partecipato al Secondo conflitto mondiale, guadagnando due medaglie d'argento. Nel maggio del 1942, fu mandato in Montenegro con il 155° Reggimento artiglieria della Divisione "Emilia". Al momento dell'armistizio si trovava alle Bocche di Cattaro e prese subito posizione contro i tedeschi. Ferito gravemente da una raffica di mitragliatrice, morì all'ospedale militare dopo cinque giorni di agonia. Questa la motivazione della ricompensa al valore: "Comandante di batteria, superdecorato al valor militare, in due giorni consecutivi di aspri combattimenti contro un nemico superiore in forze e in mezzi col preciso tiro dei suoi pezzi gli produceva gravissime perdite, suscitando, col suo valoroso contegno negli artiglieri e nei fanti indomito coraggio e fiero entusiasmo. Attaccato da una forte autocolonna tedesca, appoggiata da un intenso spezzonamento e mitragliamento aereo, dirigeva sino agli estremi il fuoco dei cannoni sul nemico. Visti cadere ad uno ad uno tutti i suoi uomini ed ormai circondato da ogni parte, rimaneva saldo e sereno al suo posto di comando e a colpi di moschetto e col lancio delle bombe a mano difendeva ancora la batteria, finché, colpito da raffica di mitragliatrice, cadeva riverso su quei pezzi che tanto aveva amato. Esempio sublime di supremo sprezzo del pericolo e del più puro amore di Patria".