Raimondo Ricci
Figlio di un magistrato, studiava alla Normale di Pisa e, fin dal 1939, era entrato in contatto con l'organizzazione comunista clandestina. Quando fu chiamato alle armi, Ricci frequentò l'Accademia Navale di Livorno e divenne ufficiale di complemento della Marina. Dopo l'armistizio si diede alla macchia, con un gruppo di marinai, sulle alture di Imperia. Alla fine di dicembre del 1943 il giovane ufficiale fu arrestato (con la sorella, che aveva con lui appuntamento alla stazione ferroviaria di Imperia Porto Maurizio), da elementi dell'Ufficio politico investigativo della GNR.
Mentre la sorella veniva rilasciata dopo pochi giorni, Ricci fu trattenuto ad Imperia per due mesi. Sottoposto a pesanti interrogatori, l'ufficiale non fornì ai fascisti le informazioni che cercavano. Consegnato alla Gestapo, Ricci fu imprigionato a Savona e a Genova, finché i tedeschi, dopo averlo fatto passare per il campo di concentramento di Fossoli, non lo deportarono, nel giugno 1944, nel lager di Mauthausen. Vi restò sino alla fine del conflitto.
Tornato in Italia e conseguita la laurea in Legge, Ricci ha svolto a Genova la professione di avvocato, assolvendo al tempo stesso l'incarico di consigliere comunale. Presidente dell'ANPI provinciale di Genova dal 1969, Raimondo Ricci, nel 1976, è stato eletto parlamentare per il PCI. L'incarico gli è stato confermato nelle Legislature successive. Componente del Comitato Nazionale fino alla sua scomparsa, Raimondo Ricci ha ricoperto la carica di Presidente Nazionale dell'ANPI dal 2009 al 2011. È stato anche Presidente dell'Istituto ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età contemporanea.