Renato Villoresi
Ufficiale di carriera, durante la Seconda guerra mondiale aveva combattuto in Russia e nei Balcani. Al momento dell'annuncio dell'armistizio era a Roma, al comando di una batteria dei "Granatieri di Sardegna" che, messa in posizione alla Magliana, partecipò ai combattimenti contro i tedeschi che si sarebbero conclusi con la presa della Capitale. Negli scontri, il capitano Villoresi fu ferito. Ricoverato all'ospedale del Celio, lo lasciò, ancora claudicante, due mesi dopo, per impegnarsi nella Resistenza. Entrato nella formazione militare clandestina "Fossi", Villoresi vi diresse una proficua attività d'informazione e controspionaggio. Il 18 marzo 1944 l'ufficiale fu arrestato dai nazisti. Rinchiuso nelle carceri di via Tasso, vi subì inenarrabili torture, ma i suoi carnefici non riuscirono ad ottenere da lui informazioni sull'organizzazione di cui faceva parte. Sei giorni dopo, i tedeschi eliminarono Villoresi alle Fosse Ardeatine. Al nome dell'eroico ufficiale sono intitolate a Roma una piazza e una Scuola media statale.