Riccardo D'Amico
Il padre, Giuseppe, l’aveva educato a sentimenti democratici e, quando fu il momento di rispondere alla chiamata alle armi della repubblichina di Salò, Riccardo non ebbe esitazioni. Col nome di copertura di “Rudi” il ragazzo, studente del Liceo artistico, entrò nella Resistenza. Aggregato prima alla Brigata SAP del primo settore torinese, nel giugno del 1944 “Rudi” militava, in Valle di Lanzo, nella 49ma Brigata della II Divisione Garibaldi. La liberazione di Torino lo vide al comando di una squadra di partigiani giovanissimi, poi il ritorno agli studi, sino al conseguimento della maturità artistica e, infine, la scelta professionale. Capo servizio alle pagine delle province dell’allora edizione torinese de l’Unità, D’Amico nel 1957 (con la chiusura delle edizioni piemontesi e liguri dell’organo del PCI), prese la via di Roma. A Paese sera fu capocronista, redattore capo, vice direttore. Poi, nel 1983, quando il quotidiano della Capitale cessò le pubblicazioni, l’incarico di direttore editoriale della redazione romana de La Stampa, sempre sostenendo i valori democratici e antifascisti per i quali, da ragazzo, ha combattuto nelle valli piemontesi.