Riccardo Giacuzzo
Quando la sua famiglia si trasferì a Monfalcone, Giacuzzo entrò a lavorare come saldatore elettrico al locale Cantiere navale. Chiamato alle armi, per tre anni prestò servizio nel Dodecanneso, imbarcato sulla torpediniera "Lira". All'armistizio il giovane marinaio fu catturato dai tedeschi a Genova Sampierdarena e avviato al campo di detenzione in Germania. Riuscito a fuggire dal treno, Giacuzzo divenne partigiano prima nel Battaglione Garibaldi "Modotti" e poi, sul Carso, comandante della Brigata Garibaldi "Trieste". In quello stesso periodo i nazifascisti arrestarono un fratello di Giacuzzo, Giovanni, e una sorella, Irma; li deportarono in un Lager in Germania, di dove soltanto Irma sarebbe tornata alla fine della guerra. Dopo il conflitto, Riccardo Giacuzzo riprese il suo lavoro nei cantieri navali di Fiume, di Pola e, infine, nel 1953, di Pirano. Per oltre 25 anni ha diretto a Pirano l'Azienda comunale e ha svolto attività politica nell'Unione degli ex combattenti, nell'Alleanza socialista, nell'Unione degli Italiani. È stato anche consigliere e vice presidente dell'Assemblea comunale di Pirano. Pluridecorato, il comandante "Riccardo" (questo il suo nome di battaglia), prima di morire ha voluto donare alla Sezione ANPI di Fiumicello, con la bandiera della Brigata, tutti i documenti della Brigata Garibaldi "Trieste" (che ebbe centinaia di Caduti), perché "questo prezioso patrimonio storico e politico non si disperda nel tempo" e i giovani possano conoscerlo e custodirlo.