Rina Chiarini Scappini
A 11 anni aveva dovuto smettere di frequentare la scuola, per contribuire, dopo l'arresto del padre antifascista, alle necessità della sua famiglia. Era poi stata assunta, come operaia, in una vetreria e già qui aveva preso a collaborare col "Soccorso Rosso". Nel 1926 la giovane si era iscritta al Partito comunista clandestino e per anni - per il solo fatto che le si conosceva una relazione con Remo Scappini - fu sottoposta, dalla polizia e dai fascisti, a ripetuti arresti e intimidazioni. Quando, finalmente, Scappini uscì dal carcere, Rina poté sposarlo. Era l'aprile del 1943, e la non più giovanissima coppia si spostò a Milano. Qui Rina condivise con Remo i rischi della lotta clandestina e lo stesso avvenne quando i due si spostarono a Genova, dove la donna fu valida collaboratrice (con il nome di battaglia di "Clara"), del Comando regionale delle Brigate Garibaldi. Il 6 luglio del 1944, Rina cadde nelle mani della polizia fascista. Portata nella famigerata Casa dello studente di Genova, la donna fu sottoposta a pesanti interrogatori e sevizie, nonostante fosse in avanzato stato di gravidanza. Perse dolorosamente il suo bambino, ma non si lasciò sfuggire la minima ammissione. Lo stesso comportamento irremovibile, Rina Chiarini tenne davanti al Tribunale militare fascista che, il 29 luglio del 1944, condannò alla pena capitale altri cinque coimputati che, il giorno dopo, sarebbero stati fucilati. La donna si salvò, ma di lì a poco fu di nuovo condotta, con altri trenta patrioti genovesi, davanti ai giudici, che la condannarono a 24 anni di reclusione. Tradotta nel lager di Bolzano con gli altri imputati, Rina riuscì ad evadere, nel marzo del 1945, con una compagna di prigionia. Raggiunse fortunosamente Milano e di qui, la sera del 26 aprile, poté ricongiungersi, a Genova, al marito, che aveva appena ottenuto le resa delle truppe tedesche del generale Gunther Meinhold. Fino all'ultimo, Rina Chiarini è stata a fianco di Remo Scappini nell'impegno per la pace e la giustizia sociale. Oltre che della Medaglia d'argento al valor militare, "Clara" è stata decorata della Stella d'oro al valore partigiano, conferitale dal Comando generale delle Brigate Garibaldi.