Rinaldo Laudi
Terzo di quattro figli di Alberto, rappresentante, e di Clelia Ovazza, casalinga. La sua famiglia praticava un ebraismo laico.
Si laureò a pieni voti in Medicina il 21 novembre 1931 e ottenne la specializzazione in chirurgia col massimo dei voti e lode il 12 novembre 1937 presso l'Università degli Studi di Torino.
Partecipò come ufficiale medico alla campagna d'Africa orientale e a Mogadiscio fondò un piccolo ospedale per i locali.
Espulso in seguito alle leggi razziali dall'Ospedale Mauriziano di Torino fu accolto a Piacenza nella clinica del prof. Arnaldo Vecchi.
Nel gennaio del '44 si unì ai partigiani GL della zona assumendo la direzione dei Servizi sanitari nella I Divisione Piacenza, nome di battaglia Dino.
Nel gennaio del '45 non si unì ai suoi in ritirata per curare un amico ferito e fu catturato dalle truppe mongole durante un rastrellamento; incarcerato a Piacenza il 25 fu prelevato dal carcere con altri partigiani e di lui e del suo corpo non si seppe più nulla.
Numerosi i riconoscimenti per la sua competenza, la sua umanità ed il suo coraggio che gli sono valsi la Medaglia d'oro al Merito civile (24 aprile 2012).
L'ANPI di Piacenza l'ha ricordato con una medaglia e con la lapide apposta sul muro perimetrale del Municipio di Pianello Val Tidone (giugno 1976), e la Città di Piacenza gli ha intitolato una strada.
Di lui hanno scritto Giuseppe Pronti, attuale Presidente Anpi di Piacenza, Angelo Del Boca che gli ha dedicato un capitolo in “Da Mussolini a Gheddafi” e altri.