Rino Molari
Laureato in Lettere, Rino Molari aveva cominciato col fare l'insegnante all'Istituto Magistrale di Nuoro. Nel 1943 aveva ottenuto il trasferimento in Romagna ed insegnava nella Scuola media di Riccione. Il ricordo del nonno paterno (militante nella Carboneria, era stato costretto all'esilio in Inghilterra e per decenni aveva abitato a Londra), aveva sicuramente influenzato l'insegnante romagnolo che, subito dopo la caduta del fascismo, si adoprò per costituire a Santarcangelo di Romagna un primo nucleo antifascista, nel quale entrò come rappresentante della DC. In seguito, sopravvenuto l'armistizio, Molari si diede ad organizzare rifugi per i ricercati politici e i militari sbandati, a mettere in piedi i primi collegamenti tra i gruppi che si stavano costituendo per la lotta armata contro i nazifascisti, a diffondere la stampa clandestina. Partigiano dell'ottava Brigata Garibaldi, l'insegnante divenne membro del CLN di Santarcangelo, in collegamento con i comitati di Rimini, di Riccione, di Marciano, di Pesaro e di Novafeltria, dove risiedeva. Il 27 aprile 1944 (in seguito ad una spiata di Giuseppe Ascoli, un ex capitano di Cavalleria che dopo la Liberazione sarebbe stato arrestato), Rino Molari cadde nelle mani dei fascisti a Riccione. Tradotto a Cesena, fu poi rinchiuso nel carcere di San Giovanni in Monte a Bologna, a disposizione delle SS. L'insegnante rimase in cella, sottoposto a tortura sino al 6 giugno, quando i tedeschi decisero il suo trasferimento nel campo di concentramento di Fossoli. Rinchiuso nella baracca 16 A, Molari fu immatricolato col numero 1406. Poco più di un mese dopo, con altri 66 martiri, fu trucidato dai nazifascisti per rappresaglia nel poligono di tiro a segno di Cibeno. Dopo la Liberazione, a Rino Molari è stato intitolato l'Istituto tecnico statale commerciale di Santarcangelo di Romagna; portano il suo nome pure strade del suo paese natale, di Riccione, di Novafeltria (dove gli hanno anche intitolato una struttura sportiva). Nel 2006, quando don Giovanni Tonelli ha dato alle stampe il volume Questa è la mia gente. Cristiani sulla Linea Gotica, ha riservato ad Antonio Montanari la scrittura di un capitolo dedicato all'insegnante romagnolo.